“Sono contro il PCC, non contro il popolo cinese.” E non e’ l’unico a dirlo, ne al di la dell’Oceano ne sul suolo Italico…
Questa è una dichiarazione che un considerevole numero di politici statunitensi, e non solo, l'ultimo dei quali è Marco Rubio durante la sua audizione al Senato, ha ripetuto. Tuttavia, un po' di riflessione rende chiaro che questa affermazione non è solo culturalmente ignorante; è anche una retorica ipocrita e strategicamente miope, tipica di culture suprematisitiche e assolutiste.
Curioso di sentirla? qui 11 minuti di spremuta di intelligenza. il video
Una nazione con il suo Partito: stessi obiettivi
Rubio e molti altri in Occidente sembrano pensare che il Partito Comunista Cinese, il PCC, sia una forza aliena che è stata brutalmente imposta a un popolo passivo. La triste realtà è esattamente l'opposto.
Il popolo cinese e il suo Partito condividono obiettivi fondamentali: prosperità nazionale, stabilità e integrità territoriale.
Ogni volta che l'Occidente ingaggia guerre commerciali, impone sanzioni tecnologiche o minaccia divieti di visto, il risultato non è quello di separare il popolo dal Partito; è quello di rafforzare il supporto per il PCC.
Perché la percezione dominante in Cina è netta: queste azioni non mirano al regime; mirano alla Cina nel suo complesso.
Cultura condivisa, governance condivisa Il Partito Comunista Cinese è profondamente radicato nella cultura nazionale, riflettendone i valori fondamentali: gerarchia, pragmatismo, ordine e rispetto per l’autorità.
Ciò che in Occidente viene spesso etichettato come “autocrazia” è, per molti in Cina, una modalità familiare ed efficace di organizzazione collettiva.
Questa mentalità si rispecchia in più ambiti: dalla figura della Tiger Mom in famiglia, severa ma protettiva, al dirigente statale che guida con fermezza e senso di responsabilità. Sono logiche parallele, nate dallo stesso tessuto culturale.
Una sfida per l’Occidente Pensare di attaccare il Partito senza intaccare la società cinese è un’illusione: i due elementi sono intrecciati da secoli di storia e valori comuni. Anche se il CPC dovesse scomparire, un’altra entità con principi simili emergerebbe inevitabilmente, perché il Partito non è un’imposizione esterna ma un prodotto naturale della società che lo ha generato. Per comprendere realmente la Cina, bisogna guardare oltre le semplificazioni e considerare la profondità del legame tra governance e cultura.
Il male atavico dei prepotenti, il suprematismo.
Molte culture suprematiste hanno finito per crollare sotto il peso della loro arroganza. L’Impero Romano, il colonialismo europeo, il nazismo e l’apartheid sudafricano sono solo alcuni esempi di sistemi convinti della propria superiorità, incapaci di adattarsi ai cambiamenti. La storia dimostra che il dominio basato sull’esclusione porta al declino, mentre l’evoluzione e la collaborazione garantiscono la sopravvivenza.
Ne ho gia scritto in un articolo di tempo fa, ma ancora valido in quanto il problema, qui il link, temo necessiti di almeno due generazioni per essere metabolizzato.
TROVA LE DIFFERENZE
MR - Marco Rubio (Occidente)
R - La realta
Origine della potenza cinese
MR - Il CPC ha sfruttato il sistema globale, ha violato le regole e si è arricchito a spese dell’Occidente e del proprio popolo.
R - La crescita del CPC è radicata nella cultura, nella storia e nel consenso della popolazione cinese.
Distinzione tra CPC e popolo
MR - “Sono contro il CPC, non contro i cinesi” – distinzione netta e funzionale alla strategia diplomatica.
R - La distinzione è illogica e irrealistica: il CPC è espressione della società e dei valori condivisi dai cinesi.
Percezione del popolo cinese
MR - Visto come vittima del Partito, potenzialmente liberabile attraverso pressioni esterne (sanzioni, restrizioni, etc.).
IR - l popolo non percepisce il CPC come entità oppressiva, ma come garante della stabilità, prosperità e dignità.
Responsabilità storica
MR - L’Occidente ha sbagliato a credere che la Cina si sarebbe occidentalizzata.
R - Il problema è proprio l’illusione occidentale che tutte le culture debbano convergere verso il liberalismo.
Cultura politica cinese
MR - Il CPC è visto come un regime autoritario, opposto ai valori democratici.
R - Il CPC riflette una struttura culturale condivisa: paternalismo, gerarchia, pragmatismo.
Strategia suggerita
MR - Riorientare la politica estera USA su base esclusivamente nazionale, contenendo la Cina e il CPC.
R - Comprendere che senza capire il legame CPC-popolo, ogni strategia occidentale sarà destinata al fallimento.
Per chiudere, un altro articolo, stesso tema, stessa ironia.