Gli USA contro l’Iran: solo nucleare o una lezione per il mondo?
E tutti tacciono, esclusi gli Iraniani.
Oggi, 22 giugno 2025, gli Stati Uniti hanno colpito tre siti nucleari in Iran: Fordo, Isfahan e Natanz.
L’hanno chiamata un’operazione per fermare il programma nucleare iraniano, mentre vi erano negoziati in corso e l’agenzia Atomica Internazionale non conferma che vi fossero preparativi per produrre ordigni nucleari, ma possiamo davvero crederci e fermarci lì?
O c’è qualcosa di più grande dietro? Come imprenditori, impiegati, cittadini, persone qualunque, possiamo chiederci: è solo una questione di sicurezza, o gli USA stanno mandando un messaggio al mondo?
Non posso evitare di pensarlo.
L’Iran da anni cerca di liberarsi dal giogo del dollaro americano. Non usa più dollari per vendere il suo petrolio, ma valute come lo yuan cinese o l’euro. E non è solo: Cina, Russia, e persino alcuni paesi del BRICS stanno provando a fare lo stesso, costruendo sistemi di pagamento che aggirano il controllo degli USA. Questo dà fastidio, e non poco, a chi vuole il dollaro sempre al centro del mondo. Perché, diciamocelo, il dollaro non è solo una moneta: è un’arma. Gli Stati Uniti lo usano per imporre sanzioni, bloccare economie, piegare chi non si allinea. Ma l’Occidente, con i suoi 1,1 miliardi di persone, può davvero pretendere di dettare legge a 8 miliardi di persone?
Questo attacco all’Iran sembra un monito.
L’Iran osa sfidare l’egemonia del dollaro, e guarda caso ora si ritrova sotto le bombe. È una coincidenza? O è un segnale a tutti gli altri paesi – Cina, Russia, India, magari anche gli alleati del Golfo – che se provano a fare lo stesso, le conseguenze saranno dure? L’ex presidente Trump, l’anno scorso, ha detto chiaro e tondo che chi abbandona il dollaro pagherà un prezzo, con tariffe o peggio. E ora eccoci qui, con un attacco militare che sembra dire: “O stai con noi, o sei contro di noi”. È questo il modo di gestire il mondo? Con la forza, le minacce, le bombe?
Non fraintendetemi: il programma nucleare iraniano è una questione seria, e nessuno vuole un’escalation. Ma perché ogni volta che si parla di “sicurezza”, finiamo con azioni che destabilizzano tutto? Non e’ la prima volta che usano la stessa motivazione. Il prezzo del petrolio sta già salendo, il dollaro si rafforza come “rifugio sicuro”, e noi, lavoratori normali, ne paghiamo le conseguenze: bollette più alte, inflazione, incertezza.
E l’Iran? Ha promesso rappresaglie, e questo potrebbe portare a un caos ancora peggiore.
Come cittadini globali, possiamo farci domande? è giusto che un solo paese decida le regole per tutti? Possiamo accettare che il mondo sia governato dalla legge del più forte? Oppure è ora di pretendere trasparenza, responsabilità, un sistema che non usi bombe per imporre il proprio potere? L’Occidente non è il mondo: 1,1 miliardi contro 8 miliardi. Perché dovrebbe essere solo la sua voce a contare?
Vogliamo davvero credere che questo attacco è davvero solo per il nucleare, o è un modo per punire l’Iran e spaventare chi vuole un mondo meno legato al dollaro?
È una deriva che possiamo fermare, o siamo già su una strada senza ritorno?
Scrivete nei commenti, anche se la pensate diversamente. Il confronto è l’unico modo per capirci qualcosa in questo caos.
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